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Green Marketing, cos’è e come metterlo in pratica

green marketing yamamayPartiamo subito dalla definizione di Green marketing.

Si tratta di un approccio alle attività di promozione e comunicazione di un brand che non impattano troppo sull’ambiente. Fin qui sembra essere tutto chiaro, ma alla domanda “come si fa”? Si possono avere molteplici risposte spesso anche contraddittorie. C’è che definisce il green marketing come un modo di “ripulire” un’azienda da un passato poco sostenibile (il cosiddetto green washing), altri invece limitano il green marketing alle semplici azioni operative a basso impatto ambientale; una di queste può essere l’assenza di flyer cartacei e l’avvento del materiale digitale.

Diciamo che il green marketing è un po’ tutto questo, ma non solo.

Il Green Marketing è sicuramente un approccio operativo, ma parte dal presupposto che l’azienda abbia adottato una visione più moderna e sostenibile rispetto al passato. Questo passaggio (o washing) non si può limitare al semplice cambiamento di materiale (dalla carta al web) ma deve essere manifestato dalle strategie di marketing stesse.

Non vogliamo addentrarci nei meandri della Corporate Social Responsabilty, che può portare ad iniziative lodevoli, come ha fatto KITKAT, eliminando l’abbattimento delle palme.

Limitiamoci a comprendere come un’azienda possa approcciare alle attività di field marketing con una modalità più sostenibile senza dover rinunciare al raggiungimento degli obiettivi di comunicazione (visibilità, copertura, engagement, ecc).

green marketing 1Lo strumento principale che può sostituire il marketing operativo “inquinante” è sicuramente il digitale. Ad oggi sempre più attività di street marketing sono svolte attraverso dispositivi elettronici come ipad o tablet o semplicemente gli smartphone. Lo staff in azione sempre di più utilizza mezzi di trasporto elettrici durante le attività promozionali.
Qualche esempio?

Sampling: la distribuzione di materiale pubblicitario è sempre stata un’attività controversa. Alle aziende piace perché non è troppo dispendiosa e lascia all’utente un qualcosa di concreto (il volantino) che comunque leggerà, anche solo per qualche secondo. Se la comunicazione è stata efficace, ci sarà comunque un minimo risultato. Tuttavia, il flyer sporca, viene buttato, si perde e si disperde nell’ambiente. Spesso le aziende sono multate per eccessivo utilizzo di volantini. Come fare? Sicuramente un’alternativa è la mail, o meglio DEM, che mantiene tutte le caratteristiche del volantino (anzi potenziate, dato che è possibile inserire link al proprio sito o ad una landing page), ma che non inquina.
Il contatto in questo caso viene preso da una promoter armata di tablet che registra i dati e le mail e inserisce l’utente in un database. Vantaggio ulteriore? Quel contatto ci rimane e non viene perso insieme al flyer.

Street tour: tra motorini, automobili e furgoni l’attività di promozione “on the road” non è sostenibile, anche con i costi a lungo termine di rifornimento e manutenzione. Con biciclette, segway ed auto elettriche si ottiene un duplice risultato, da un lato sicuramente meno inquinamento, d’altro una leva di interesse in più da parte dell’utenza rappresentata dagli strumenti stessi.

Hostess & Promoter ha svolto per conto di Yamamay la promozione dell’apertura di alcuni suoi punti vendita. La diffusione in loco della notizia è stata affidata a delle promoter su segway che hanno permesso loro di coprire agilmente notevoli distanze nella zona senza stancare, inquinare né disturbare con rumori molesti derivati da motori a scoppio. Risultati ottimi, zero impatto ambientale e una percezione positiva del brand.

Il volantinaggio tradizionale segna la morte delle città; è sempre più chiaro come le aziende veramente al passo con i tempi, oggi, debbano tenere conto di questa nuova sensibilità.