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Cos’è la GDO? Significato, differenze e tipologie di punti vendita

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Capita spesso che quando ci rechiamo all’interno di un grande centro commerciale per acquistare determinati alimenti, in realtà ci accorgiamo che ci manca quell’attrezzo per il giardino o i sacchetti della spazzatura. La possibilità di acquisto di prodotti differenti è una grande comodità, che appartiene solamente alla società odierna. Nei grandi centri commerciali abbiamo la possibilità di trovare una moltitudine di prodotti e di brand a prezzi convenienti. Questo è un classico esempio di Grande Distribuzione Organizzata (GDO). Vediamo nello specifico di cosa si tratta e come si differenzia dalla Grande Distribuzione (GD), dalla Distribuzione Organizzata (DO) e dalla Grande Distribuzione Specializzata (GDS).

GDO: cos’è e cosa significa.

Già dai primi anni del 1800 comparvero in Europa i Grandi Magazzini, strutturati in ampi spazi per poter assecondare le esigenze della popolazione dell’epoca. In un mondo sempre più globalizzato, si sentiva già la necessità di progettare grandi negozi dove si poteva acquistare prodotti convenienti, soprattutto per dare la possibilità a chi veniva da più lontano ed era costretto a muoversi per raggiungere un mercato o un posto dove poter acquistare prodotti alimentari e di abbigliamento.

Nacquero le prime forme di quella che oggi chiamiamo Grande Distribuzione Organizzata. Ma che significano queste parole? Grande Distribuzione Organizzata significa offrire al pubblico una vasta gamma di prodotti nel medesimo luogo a prezzi accessibili. Ovviamente, quando si parla di Grande Distribuzione Organizzata si parla sempre di prodotti fisici e mai di servizi. È il prodotto fisico il grande protagonista della GDO, disposto in spazi o magazzini di grandi dimensioni dove si possono trovare prodotti del settore alimentare (ma non solo). Gli spazi adibiti alla vendita al dettaglio sono supermercati o spazi di metratura superiore ai 200 mq di superficie totale. La dimensione fisica degli spazi commerciali è una delle caratteristiche della Grande Distribuzione Organizzata. Supermercati e ipermercati sono il classico esempio di GDO che normalmente troviamo nelle nostre città e sono solitamente preferiti ad altri centri perché i prezzi sono molto vantaggiosi e, come abbiamo accennato in precedenza, gli acquirenti trovano tutto ciò di cui hanno bisogno.

Le differenze tra DO, GDO e GDS.

La GD, Grande Distribuzione, è caratterizzata da un unico proprietario e presenta una struttura centralizzata chiamata “Casa Madre” o “Azienda Madre” ed un’unica proprietà, appartenente a grandi gruppi commerciali con una capillare distribuzione sul territorio.

La Distribuzione Organizzata, dall’acronimo DO, è caratterizzata da piccoli soggetti commerciali che si uniscono per raggiungere alcune agevolazioni sull’approvvigionamento dei prodotti. In questo caso non esiste la proprietà unica del brand; la DO è composta principalmente da associazioni volontarie tra singoli esercenti, in modo da accaparrarsi un maggior potere contrattuale sul mercato di riferimento. La DO si basa, quindi, sulla collaborazione tra più realtà aziendali e una forte aggregazione di business: è il classico esempio di come l’unione faccia la forza anche nel mercato della Grande Distribuzione Organizzata.

La GDS, infine, è l’acronimo di Grande Distribuzione Specializzata, che commercializza prodotti sotto un unico brand di un singolo settore merceologico. Il brand “Unieuro” è un esempio di GDS nel settore dei prodotti tecnologici.

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Quando si parla di GDO? Requisiti e caratteristiche.

Quando si parla di situazioni commerciali appartenenti alla Grande Distribuzione Organizzata, ci sono sempre alcune caratteristiche comuni. Vediamole insieme:

– Spazi e metratura: lo spazio complessivo che caratterizza un negozio appartenente alla Grande Distribuzione Organizzata supera, come già accennato precedentemente, i 200 mq di superficie. Le grandi metrature comprendono sia gli ampi spazi espositivi, sia quelli di logistica e magazzino;

– Supermercati e Ipermercati: questa tipologia di business caratterizza la GDO e si commercializzano prodotti di consumo come cibi, bevande e prodotti per la casa, ad esempio le grandi catene Lidl, Conad, Esselunga, Iper e via dicendo. In realtà, da qualche anno, si sono ampliati i settori di mercato, spaziando da quello sportivo (Decathlon) a quello del bricolage (Brico, Obi) ecc.;

– Advertising: i negozi della Grande Distribuzione Organizzata si “alimentano” grazie ad un uso massiccio dei media tradizionali come TV, stampa / affissioni e radio, per comunicare messaggi che promuovono una comunicazione legata prevalentemente alla scontistica dei prodotti;

– Logo e immagine coordinata: i supermercati e gli ipermercati della GDO sono facilmente identificabili tramite logo e immagine coordinata chiara, visibile, riconoscibile a tutti, tramite l’utilizzo di colori vivaci ed evocativi;

– Concorrenza: data la grande somiglianza tra un ipermercato e l’altro, i singoli negozi cercano di differenziarsi tramite comunicazione e linee di prodotti Deluxe o pubblicità persuasiva.

Le 4 tipologie di punti vendita nella Grande Distribuzione Organizzata.

I punti vendita della grande distribuzione organizzata vengono classificati o categorizzati in 4 gruppi ben distinti:

– Supermercato: è un punto vendita al dettaglio di prodotti alimentari e prodotti per la casa con un ampio assortimento e spazi espositivi medio/grandi;

– Ipermercato: è caratterizzato da uno spazio espositivo molto più grande dei supermercati (oltre 2500 metri quadrati) dove è possibile trovare, oltre ai prodotti alimentari e per la casa, anche prodotti da giardinaggio, elettrodomestici, prodotti per l’auto;

 – Libero servizio: si tratta di punti vendita più piccoli, come ad esempio i minimarket, con una superficie compresa tra i 100 mq e i 400 mq. In questi casi i prezzi che vengono proposti sono leggermente più alti rispetto al supermercato o all’ipermercato e l’assortimento è ridotto a pochi prodotti;

– Discount: è un punto vendita al dettaglio a libero servizio, contenente prodotti di largo consumo ed una superficie tra i 200/500 mq e i 1000/1500 mq. Troviamo un assortimento di prodotti più ristretto degli ipermercati, un’ambientazione molto “spartana” e prezzi accessibili a tutti; tuttavia la gamma di prodotti è molto limitata.

La Grande Distribuzione Organizzata in Italia

Il secolo scorso è stato un momento di svolta per la grande distribuzione in Italia. Vediamo di seguito solo alcune delle date importanti per la GDO italiana.

Il 1928 è stata una data storica per la GDO: nacque la grande catena “UPIM”, magazzino a prezzo unico nella città di Verona. Nella seconda metà degli anni ’50 nacque, nella capitale lombarda, “Supermarkets Italiani”, oggi nota a tutti come “Esselunga”. Già nel 1986 “Coin” comprese l’importanza di fidelizzare la clientela, puntando su uno strumento oggi utilizzato in tutti i centri commerciali: la carta fedeltà. Nel 1992 ci fu un’altra importante apertura del primo discount italiano: “Lidl”.

Nel 2012 si compresero le esigenze di vita sempre più frenetiche degli abitanti milanesi, costretti a fare spesa ad orari improbabili; nacque il primo supermercato aperto 24 ore su 24: “Carrefour Market”, oggi abbreviato in “Carrefour”.

Al giorno d’oggi, la guerra tra Russia ed Ucraina ha scatenato grandi conseguenze per tutta Europa e soprattutto per la nostra nazione, tant’è che ha influito sui costi di luce, gas e sulle materie prime. Il prezzo dei prodotti alimentari sarà sicuramente uno dei parametri principali che le persone terranno in considerazione per la scelta di un brand, dato che molte famiglie si trovano a rischio povertà. Chi, invece, si potrà permettere acquisti più importanti, punterà sicuramente sulla qualità delle linee di prodotto.

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Chi fa parte della GDO in Italia.

Ad oggi, i maggiori e più conosciuti centri o catene della Grande Distribuzione Organizzata presenti in Italia sono:

 – Lidl (discount fondato nel 1932 in Germania, presente in Italia)

– Esselunga (attiva dal 1957)

– PAM (fondata nel 1958)

– Aldi (multinazionale tedesca attiva dal 1961, presente anche in Italia)

– Conad (attiva dal 1962)

– Coop (attiva dal 1967)

– Eurospin (fondata nel 1993)

– MD (discount fondato ad Aversa nel 1994)

– Metro (fondato nel 1972)

I parametri sulla preferenza di un discount ad un altro sono:

– Qualità dei prodotti: la qualità dei prodotti, come la scelta di prodotti genuini e sani, è sempre più ricercata dagli acquirenti più attenti;

– Prezzi convenienti: i prezzi sono un parametro che il consumatore tiene sempre in considerazione. Prodotti con prezzi elevati vengono acquistati da poche persone;

– Particolari linee di prodotto: linee biologiche, salutiste, vegane o che pongono l’attenzione sul rispetto di flora e fauna, sono preferite rispetto alle linee standard;

– Preferenze personali: la preferenza o la simpatia personale sono soggettive ma importanti nella scelta di un supermercato;

– Vicinanza al negozio: ultimo, ma sicuramente non per importanza, la vicinanza al centro commerciale, al discount, al negozio o all’ipermercato è un aspetto essenziale. I consumatori non hanno molto tempo da perdere nel tragitto, e la vicinanza al negozio è uno dei parametri più importanti. Negli ultimi anni, proprio per far fronte al problema della distanza, è aumentato il numero dei supermercati presenti nelle nostre città.

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