“I negozi di domani saranno meno, più piccoli, omnichannel, specializzati, esperienziali, ibridizzati, monomarca, multicorner. E porteranno la merce a casa”. Queste le parole di Mario Gasbarrino – Ad di Unes – nel corso dell’ultimo convegno Experience Retail 2019 di Bologna che ci portano oggi a parlarvi dei motivi per cui conviene sempre più puntare sugli shop in shop.
Ci troviamo in quella che possiamo definire come una dimensione ibrida e liquida dello store, dove i confini fra canali offline e online, tra prodotti e servizi e tra esperienza e acquisto si confondono, per generare alla fine nuovo valore sia per i brand che per i consumatori. In un quadro di questo tipo, gli shop in shop si pongono come una soluzione strategica e disruptive, perché aiutano i brand a rivedere (senza stravolgerle) le proprie strategie di marketing, facendo al contempo felici anche gli acquirenti.
Oggi non è più una questione di dimensioni perché i punti vendita non sono più classificabili in base alle loro dimensioni. Quel che fa la differenza è la sempre più notevole tendenza alla dimensione fisica e micro:
– Grandi colossi che solitamente aprivano le proprie roccaforti fuori dai centri abitati si adattano ora anche al centro cittadino per offrire un contatto umano più diretto (Ikea è il primo esempio su tutti).
– Grandi insegne GDO aprono diverse versioni di se stesse in modalità “express” con metrature contenute e design accattivanti.
– Store nati per il digital ne superano oggi i confini, trovando una propria dimensione anche nel mondo reale e offline, come Cortilia.
Come essere presenti? I modi sono tanti e si distinguono in:
-Temporary shop (definiti anche pop-up store o pop-up shop) che stravolgono gli schemi temporali degli store dal momento che sono temporanei e si pongono, più che altro, come un evento a cui partecipare, o quantomeno da “instagrammare”. Lo store diventa evento e quindi esperienza.
-Il concetto dello Shop in shop prevede invece una vestizione totale dello spazio messo a disposizione di un determinato brand all’interno di un negozio multimarca. Il richiamo al brand può includere non solo la presenza dei prodotti destinati alla vendita, ma anche aspetti decisamente più totalizzanti come l’arredo, la pavimentazione, l’illuminazione e la profumazione dell’area. Tutti gli aspetti che rientrano nel marketing emozionale.
Quanto conta l’emotional marketing? Leggi il nostro approfondimento.
A chi affidarsi per la creazione di un negozio temporaneo? Per prima cosa consigliamo di scegliere dei professionisti che abbiano anni di esperienza alle spalle e che sappiano affiancarvi con empatia.
Questo vi permetterà non solo di evitare inconvenienti, ma anche di intraprendere subito il giusto percorso adatto alle proprie esigenze di marketing.
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Vediamo adesso quali sono i 5 motivi per cui conviene ad oggi puntare sui temporary store.
Anche noti come SiS, i “negozi nel negozio” rappresentano una dimensione spazio-temporale perfetta per tutti i brand che desiderano avvicinarsi a un nuovo target, aumentare la presenza di prodotto, offrire un’esperienza di shopping fuori dall’ordinario in linea con le aspettative di oggi.
Strategici per il brand che rappresentano, non smettono di esserlo nemmeno per il punto vendita che li ospita perché diventano punti di interesse che completano e arricchiscono la shopping experience in modo unico e spesso inaspettato.
Da una ricerca di CBRE, società leader nel Real Estate, leggiamo 7 principi guida utili per la distribuzione su come e perché aumentare la presenza degli shop in shop all’interno dei punti vendita.
Il primo asset dei SiS è la loro specializzazione. Il generico è infatti nemico del marketing e possiamo oggi osservare che le GDO e i supermercati, ad esempio, stanno diventando sempre più specializzati in salute e benessere.
Ospitare un fornitore di occhiali da vista, oppure un brand di prodotti per la bellezza e la salute, introduce una competenza aggiuntiva che offre un servizio elevato e specializzato. Questo fa sì che il livello del servizio e del negozio stesso venga percepito come alto.
Secondo: l’effetto sorpresa. L’incontro con un prodotto o un servizio imprevisto in un negozio può sorprendere in positivo i consumatori nella loro shopping experience, tramutandosi per il brand in un’opportunità di cross selling.
Basta pensare alle catene di librerie, dove spesso le persone vanno per acquistare regali, oltre che per trovare libri per puro piacere. Questi luoghi SiS, dedicati ad agenzie viaggi o brand specializzati in pacchetti vacanze, anticipano le aspettative delle persone sorprendendole positivamente.
Vari punti vendita come le farmacie e gli alimentari si concentrano sulla praticità che si può definire come la riduzione dei punti di attrito. Facciamo un esempio: negozi ad alta frequenza come questi potrebbero senza dubbio trarre vantaggio ospitando degli shop in shop dedicati a servizi pratici e comodi per il consumatore come le caffetterie o i rivenditori di cialde per macchinette del caffè.
Non solo prodotti, ma sopratutto esperienza, ovvero quel che manca ai canali online. Sia retail che brand possono sfruttare lo shop in shop come luogo dove unire la vendita all’esperienza.
Pensiamo ai cosmetici: quale luogo migliore del SiS per far provare il prodotto o fornire trattamenti gratuiti? Lo stesso vale per i prodotti della Consumer Electronics: lo staff dedicato al mini-negozio può dimostrare tutte le qualità tecniche del prodotto instaurando una relazione personale con il consumatore che si traduce in alti tassi di conversione delle vendite.
Last but not least: la discovery, ovvero il bello della scoperta! Creare all’interno del punto vendita una zona di scoperta dei prodotti (che cambia con regolarità), crea un momento di vera delizia per i consumatori.
La zona di scoperta potrebbe essere adibita a più SiS temporanei, oppure anche a un singolo SiS. Dipende tutto dalla vostra strategia di marketing e cross selling!
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