Istruzione, scuola, università, esperienza, soft skills. Sono solo alcuni dei termini che sentiamo citare con grande ricorrenza quando si parla di Curriculum Vitae, ovverosia quel documento che praticamente ognuno di noi si ritrova a dover compilare, prima o poi, in vita.
Sul Curriculum Vitae c’è sempre molto da dire. Proprio come in altri ambiti della realtà che ci circonda, anche per questo importante documento le opinioni degli addetti ai lavori e degli utenti si dividono in diverse prospettive.
Come al solito, però, la verità sta nel mezzo. In questo articolo vi illustriamo alcuni dei trucchi da seguire per compilare al meglio un Curriculum Vitae, e renderlo tanto accattivante quanto convincente per il datore di lavoro.
Tenete a mente questo aspetto: il primissimo impatto all’occhio del recruiter proviene dal design del Curriculum, sia esso inviato direttamente via mail o pubblicato su un portale specializzato per la ricerca del lavoro. Sembra impossibile, ma nella stragrande maggioranza dei casi un pessimo primo impatto influisce notevolmente sull’esito della valutazione del candidato. Eccovi alcuni consigli:
Merita una menzione a parte l’utilizzo dei colori, che rientra pur sempre nelle scelte di design. Il consiglio che possiamo darvi è di sfruttare i colori della compagnia/azienda per cui vi state proponendo.
Tali colori non devono essere necessariamente identici ma, se utilizzerete colori molto simili (o quasi uguali) a quelli del brand della società, essa nel leggere il CV si sentirà in qualche modo “a casa”: è inevitabile un ritorno positivo.
Nel Curriculum Vitae è giusto e anzi doveroso inserire i propri dati personali, anche se non sempre può risultare utile per il candidato. Tuttavia vi sono alcune informazioni estremamente personali che vanno evitate senza esclusione di colpi.
Stiamo parlando ad esempio dello stato civile, oppure del proprio orientamento religioso e di qualsiasi altra informazione rientri nella sfera privata. Non è raro assistere a datori di lavoro che, in virtù di determinate situazioni personali (del tutto legittime), scartano un Curriculum. Oltretutto per legge il datore di lavoro non può indagare e fare domande su aspetti come questi, dunque è bene evitarli fin da subito.
La stesura di un CV implica in qualche modo un dialogo con la società/azienda/compagnia che propone la posizione lavorativa: un dialogo che poi prosegue con il colloquio di lavoro, autentico incontro faccia a faccia con il recruiter.
In merito, però, è sempre bene ragionare in termini di audience. Prima di scrivere i vostri obiettivi, ponetevi queste domande: con quali aziende esterne entrerò in contatto? Sto cercando di ottenere una posizione di rilievo nel mercato di riferimento, oppure posso permettermi di ambire a meno? Cosa si aspetterà da me l’azienda il primo giorno che coprirò la posizione lavorativa?
Sono domande all’apparenza inutili, ma che si ripercuotono con evidente positività all’interno del CV: il recruiter leggerà tra le righe ogni vostro pensiero.
Particolare enfasi va posta anche sull’approccio umano che potete imprimere nel vostro CV. Dovete provare infatti a enunciare gli aspetti migliori del vostro carattere, o delle vostre capacità relazionali, al fine di influenzare in maniera positiva il recruiter.
Anche in questo caso potrete porvi delle domande: ho influenzato in modo positivo l’ambiente di lavoro precedente? Se sì, come? Quali aspetti positivi di me citerebbero persone esterne?
L’ultimo consiglio che possiamo darvi è di essere il più possibile pragmatici. Quantificate in numeri qualsiasi cosa lo permetta: risultati economici raggiunti, numero di dipendenti assunti, numero di articoli scritti per una testata giornalistica.
Inoltre, se avete raggiunto un importante traguardo, esponete chiaramente gli step percorsi per raggiungerlo: il punto di partenza, gli strumenti utilizzati per portarlo a termine e così via. Ovviamente la sincerità viene prima di tutto: le invenzioni potrebbero venire ben presto a galla.
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